Concentratori sottovuoto
Natura e tecnologia
Gli impianti di depurazione delle acque reflue, come la maggior parte delle attività umane, sfrutta la dinamica dei processi biologici e fisici che avvengono in natura, ricreandoli artificialmente: l’utilizzo dei vari tipi di filtri, delle vasche di sedimentazione, dei disoleatori, della digestione dei fanghi da parte delle colonie batteriche costituiscono degli esempi palesi del fatto che anche le più moderne tecnologie si basano su reazioni naturali e che gli impianti depurativi si limitano ad integrare il ciclo dell’acqua. La ricerca da parte delle aziende che si occupano di depurazione, tuttavia, è tesa ad accelerare tali dinamiche, in modo da rendere la lavorazione dei reflui sempre più efficiente e continua, abbassando tempi di reazione e costi di gestione. Tra le metodologie impiegate, vi è quella della concentrazione in ambiente anaerobico.
Cosa sono i concentratori sottovuoto
I concentratori sottovuoto sono generalmente costituiti da una caldaia e da una sezione di raffreddamento: in tali macchinari, la soluzione acquosa viene introdotta e, dopo essersi creato un effetto sottovuoto, è portata ad ebollizione, in modo da separare la sostanza non volatile dal resto del liquido. Il risultato che si ottiene è, da una parte, acqua totalmente demineralizzata, pronta per essere nuovamente impiegata nel ciclo di produzione; il risultato dell’evaporazione, inoltre, è un prodotto molto concentrato, con un volume inferiore tra le dieci e le venti volte rispetto a quello della soluzione di partenza.
Caratteristiche dei concentratori sottovuoto
I vantaggi offerti dall’utilizzo dei concentratori sottovuoto sono tantissimi: oltre, infatti, a contenere i volumi dei fanghi e, conseguentemente, a ridurre i costi di smaltimento, tali macchinari permettono di recuperare preziose materie prime da poter riciclare, creando dei sistemi di produzione a scarico zero. Ma il pregio principale è il notevole risparmio energetico: la particolarità dei concentratori sottovuoto, infatti, è quella che l’assenza di aria abbassa notevolmente la temperatura di ebollizione, che si attesta a circa 30° C.